Carta del Rector a la Comunidad Académica - 7 de abril de 2020
7 aprile 2020
- Cari professoresse e professori, studentesse e studenti,
personale amministrativo e tecnico,
membri tutti della Comunità accademica,
abbiamo iniziato la Settimana Santa, un tempo che si conclude con il Triduo Sacro. Un momento atteso ogni anno da tutti noi: in questa occasione penso però che la nostra attesa sia stata molto diversa, con attività non abituali nelle nostre giornate e inoltre chiusi a casa o nelle nostre residenze. Mi riferisco a quanto di novità ha per noi l’insegnamento telematico o allo smart working o il dover rimanere per forza senza poter lavorare. Adesso ci troviamo in un momento di pausa, perché scholae vacant. Poi torneremo, in modo presenziale o telematico, perché siamo tutti determinati a non perdere questo secondo semestre dell’anno accademico.
Una Settimana Santa speciale, tutti a casa, confinati almeno fino al 13 aprile, secondo le disposizioni governative. Un tempo che sarà necessariamente vissuto in un modo diverso a quanto eravamo abituati a fare a Roma o nelle nostre città: le funzioni sacre nelle chiese o cattedrali, le visite di Giovedì Santo e Venerdì Santo per venerare il Signore nell’Eucaristia, la via Crucis al Colosseo (presenti o in televisione) e poi lo splendore della veglia di Pasqua, cuore dell’anno liturgico. E come non ricordare il lunedì dell’Angelo, giorno di scampagnate e divertimento in famiglia e con gli amici.
Quanto di esteriore c’era, quest’anno è ridotto al minimo. Penso che Dio ci chiami all’interiorità, Lui desidera che viviamo questo tempo guardando più dentro di noi e della nostra vita, mettendo al centro Gesù, la sua Passione, Morte e Risurrezione. Possiamo contemplarlo, imparare tanto da Lui, e lasciarsi conquistare nuovamente dal suo Amore. È un’occasione unica per riempirci di Speranza in questi momenti di sofferenza di tutti, un momento per dare peso a quanto di importante c’è nella vita.
Penso che ci possa aiutare in questi giorni seguire il consiglio di San Josemaría:
“Vuoi accompagnare da vicino, molto da vicino, Gesù?... Apri il Santo Vangelo e leggi la Passione del Signore. Leggere soltanto? No: vivere. La differenza è grande. Leggere è ricordare una cosa passata; vivere è trovarsi presente in un avvenimento che sta accadendo proprio adesso, essere con gli altri in quelle scene.
Allora, lascia che il tuo cuore si sfoghi, che si metta accanto al Signore. E quando avverti che il cuore fugge ‑ sei codardo, come gli altri ‑ chiedi perdono per le tue viltà e per le mie” (Via Crucis, IX Stazione. Punti di meditazione, n. 3).
Approfitto per condividere con voi le notizie che, dopo la mia lettera del 28 marzo ai docenti e studenti, ho avuto circa alcuni membri della comunità accademica che sono contagiati dal coronavirus. Vi chiedo preghiere in particolare per due professori emeriti: Ignacio Carrasco e Miguel Angel Tabet. Il primo è stato professore di Teologia Morale e primo Rettore della nostra Università (allora era Centro Accademico Romano della Santa Croce); l’altro è stato professore di Sacra Scrittura fin dall’inizio del nostro Ateneo. Entrambi sono ricoverati da alcuni giorni e si trovano nel reparto di cure intensive. Un terzo professore, Rafael Martínez, Vicerettore accademico e professore Ordinario di Filosofia della natura e della scienza, è anche ricoverato ed è in via di guarigione. La notizia del fronte studenti è che alcuni sono anche malati, ma non hanno avuto bisogno di essere ricoverati, tranne uno dell’ISSRA, Fabio, che grazie a Dio, è fuori pericolo di vita. Alcuni sono in quarantena nelle loro abitazioni. In questi giorni ci uniamo specialmente a ciascuno di loro, intorno a Gesù Crocifisso e Risorto.
Non dimentichiamo, per favore, tutti i defunti, malati, le loro famiglie e anche tutto il personale che si prende cura di loro. Li affidiamo a Dio, per intercessione della Madonna Addolorata.
Un grande abbraccio, in unione di preghiere e con un grande desiderio di vedervi al più presto dopo le vacanze
Prof. Luis Navarro
Rettore